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Trallalaura

Trallalaura

Laura Fuzzi, in arte Trallalaura, è un’artista romagnola con una passione viscerale per il disegno. Lavora nel cinema d’animazione tradizionale e insegna in ambito artistico. Non rinuncia a creare per sé le sue "Mostruose Anomalie": creature bizzarre e poetiche, disegnate con estrema minuzia usando la penna a sfera Pentel Superb BK77 — e talvolta anche su stoffa. Mondi dove natura, mistero e ironia si incontrano e convivono in un altrove immaginario pronto a svelarsi a chi sà guardare con attenzione e meraviglia.

Illustrazione & sketching
Decorazione tessuti

Dalla gallery di Trallalaura

Intervista a Trallalaura

Come descriveresti il tuo stile?

“Ho uno stile realistico ogni tanto grottesco.”

Quando hai capito di voler diventare un’artista?

“Ho sempre disegnato, da che ho memoria. Sin da piccola sapevo di voler fare l’artista, anche se nel tempo quel nome ha preso forme diverse: prima sognavo di dipingere quadri, poi di fare fumetti, infine di lavorare nel cinema d’animazione.”

Ti dedichi all’arte a tempo pieno o ti dividi tra arte e lavoro?

“Il mio è un lavoro a tempo pieno nel campo del cinema di animazione e della formazione, ma cerco sempre di ritagliarmi degli spazi in cui disegnare solo per me, per rilassarmi e ritrovare il piacere del gesto libero, senza obiettivi.”

Qual è stato il tuo percorso artistico?

“Ho iniziato il mio percorso artistico all’Istituto d’Arte di Forlì, per poi specializzarmi nella Scuola del Libro di Urbino, nel corso di perfezionamento in disegno animato. Durante gli anni formativi ho seguito anche corsi extra di fumetto e disegno con grandi autori del settore, e partecipato a residenze artistiche in diverse parti d’Italia. Ancora oggi investo molto nella mia formazione, cercando di rimanere aggiornata sia sulle tecniche che non conosco, sia sull’attualità artistica, soprattutto nel campo dell’animazione.”

Perché fai arte? C’è un messaggio o un’emozione specifica che vuoi trasmettere o suscitare?

“Amo disegnare. Per me è sempre stato un modo naturale di esprimermi, ancora prima delle parole. Con il tempo ho affinato questo linguaggio e ho imparato a metterlo al servizio degli altri, trasformandolo in un lavoro. Mi piace sapere che ciò che disegno non è solo per me, ma anche per tutte quelle persone che, guardandolo, si sentono rappresentate o coinvolte.”

Da cosa (o da chi) trai ispirazione?

“Traggo ispirazione principalmente dalla natura, in tutte le sue forme. Amo la sua bellezza, ma anche la sua brutalità: entrambe mi parlano profondamente. Nei miei segni cerco quel senso di connessione, di tranquillità e di pace che solo la natura sa darmi. In particolare, mi ispira il bosco — il suo silenzio, il mistero, la vita che nasconde e rivela.”

Quali strumenti e tecniche utilizzi maggiormente nelle tue opere?

“Amo tutto ciò che mi permette di lavorare in modo tradizionale, ma utilizzo spesso anche la tavoletta grafica nel mio processo creativo. Nel campo tradizionale mi piace spaziare molto: lavoro su diversi tipi di supporti, dalla stoffa (ho disegnato su scarpe, zaini e vestiti) a vari tipi di carta, adatti sia a tecniche bagnate che secche. Scelgo la superficie in base all’idea o al progetto. I miei lavori personali, come le Mostruose Anomalie, sono prevalentemente su carta, usando la penna Pentel Superb.”

Hai una “routine creativa”? Come superi un eventuale blocco creativo?

“Quando devo iniziare un nuovo lavoro, parto sempre da una fase di ricerca visiva e da giochi di parole e significati, che mi aiutano a trovare connessioni e suggestioni. Poi passo agli schizzi, che modifico e sviluppo anche grazie ai suggerimenti delle persone o dei clienti con cui collaboro. Solo dopo arrivo all’elaborato finale.

Per superare i blocchi creativi, mi basta spesso una camminata tra le colline dove vivo, immersa nella natura. Altre volte, invece, mi aiuta semplicemente copiare qualcosa dal vero: osservare e disegnare dal vivo. Altrimenti…cucino dolci!”

Quanto è importante per te farti conoscere? Quali canali utilizzi per far girare la tua arte? Utilizzi i social per promuoverti?

“Utilizzo molto i social per condividere ciò che faccio, ma la maggior parte del mio lavoro arriva ancora grazie al passaparola — e ne sono molto felice. Per me è importante farmi conoscere, certo, ma lo è ancora di più sapere che le persone parlano di me perché hanno avuto un’esperienza positiva con il mio lavoro.”

C’è un consiglio che daresti agli artisti emergenti?

“Se non riesci ancora a trovare il lavoro che desideri, prova a cambiare prospettiva: non aver paura di esplorare canali diversi da quelli che avevi immaginato all’inizio — spesso è proprio lì che si aprono le opportunità più interessanti.”

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